La disposizione apparentemente casuale delle pietre, talvolta lontane e solitarie, talvolta vicine e affastellate, richiama non solo la solitudine e l'incapacità dell'uomo di relazionarsi armoniosamente con l'ambiente naturale, ma vuole trasmetterci un messaggio chiaro e distinto:
Concepire gli oggetti e gli esseri di questo mondo come entità singole a se stanti significa riconoscere all'esistenza stessa del nostro universo un carattere di tragica solitudine e incomunicabilità. Al contrario, pace ed armoina vengono raggiunte quando si individuano gli spazi vuoti e i rapporti tra gli oggetti materiali come protagonisti e leganti della realtà in continua trasformazione. Il seguace dello zen è un'osservatore, ed è parte della natura. Egli non cerca di comprendere, il suo campo d'azione è l'interazione pacifica con il naturale divenire del mondo materiale